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Contenuti più Visibili grazie alla SEO Semantica

SEO Semantica con WordLift

Sempre a proposito di SMXL, oggi ho il piacere di proporre un argomento che è sempre in ambito SEO di cui si parlerà nel panel:

Linked Data & Semantics – How are they Changing Search

Di cui sono moderatore. Ho chiesto a tutti di preparare un articolo per dare loro l’opportunità di potersi presentare e presentare la loro realtà aziendale. 

La maggior parte delle persone associano i Dati Strutturati al concetto riduttivo di Rich Snippets

La realtà è assai più articolata e complessa ed è per questo che ho chiamato a parlarne a SMXL 2017 persone di esperienza e che hanno la giusta visione dell’argomento – uno di questi è Andrea Volpini di WordLift.

Con Andrea ci siamo sentiti ed abbiamo parlato dell’evento e di come lui avrebbe potuto partecipare come relatore – tra le cose di cui abbiamo parlato c’è stato anche il loro prodotto per la SEO Semantica.

Ho chiesto a Maria Silvia Sanna, Digital Marketing Specialist, di presentare WordLift. Ti lascio alla presentazione che apre le porta ad un mondo per me affascinante…

WordLift: contenuti più visibili grazie alla SEO Semantica.

La nostra missione è trasformare il web in una biblioteca digitale mondiale. Per farlo estrapoliamo Dati dai Contenuti, rendendoli più facili da trovare per le macchine e più fruibili per le persone

È più o meno così che, per la prima volta alla fine dell’anno scorso, ho sentito raccontare la mission di WordLift da Andrea Volpini, CEO e co-founder della startup per la quale adesso lavoro.

Da donna di contenuti che si occupa di copy più che di Dati, questa prospettiva mi sembrava un affascinante – seppur ermetico – passo in avanti rispetto a una SEO spesso percepita come una serie infinita di piccoli aggiustamenti da applicare al codice e ai testi per inseguire gli algoritmi di Google.

Capire che i contenuti hanno il valore di Dati, è un cambio di paradigma molto importante: sul web questo passaggio è già cominciato

La trasformazione in atto è a velocità variabile: quella supersonica dei giganti – come Google, Facebook, Wikipedia – che si sono già dotati di ciclopici grafi di conoscenza, e quella timida dell’immensa galassia di siti piccoli e medi, che hanno bisogno di farlo pur non avendo a disposizione dei budget colossali.

Dati strutturati e semantica

Era il 2006 quando per la prima volta Tim Berners Lee, inventore del World Wide Web, lanciò quella che poteva sembrare una provocazione:

Adesso che abbiamo fatto il web, facciamo il web dei dati

  • Che cosa significa?
  • Qual è la differenza?

Nel web al quale ci siamo abituati, i link servono a collegare tra loro le pagine del web.

Nel web dei dati i link non uniscono le pagine (contenitori), ma i concetti (contenuti) e servono ad esprimere una relazione

Quando colleghiamo un dato con un altro dato già presente in rete, lo arricchiamo di informazioni aggiuntive e costruiamo nuove possibili strade per accedervi.

In altre parole, il web dei dati descrive ai computer i contenuti della pagine e nessi che li legano.

Facciamo un piccolo passo indietro.

In un certo senso, il web è la più ricca biblioteca della storia, in grado di raccogliere ogni tipo di sapere in formato digitale. Se non descriviamo i contenuti attraverso i metadati, per i Motore di Ricerca è come se sul dorso di ogni libro di una biblioteca ci fosse scritto ‘Libro’.

Le cose cambiano quando classifichiamo i contenuti indicando, ad esempio, che un certo tomo è un saggio storico, mentre un altro è un romanzo. La vera svolta arriva nel momento in cui creiamo delle relazioni tra contenuti diversi, specificando che l’autore del romanzo I promessi Sposi è Alessandro Manzoni e aggiungendo che è nato a Milano

In questo modo i Contenuti possono essere navigati utilizzando le relazioni tra loro come se fossero delle bussole

Per esempio, potrei fare una ricerca sui romanzi scritti da autori milanesi e trovare tra i risultati I promessi sposi, ma anche Le otto montagne di Paolo Cognetti.

L’organizzazione dei contenuti sul web somiglia all’organizzazione del sapere ad opera delle sinapsi della nostra mente. Così facendo, i Motori di Ricerca sono in grado di proporre un contenuto collegando concetti, informazioni e nomi.

Rimanendo in ambito letterario, cercando su Google ‘scrittori francesi’, il famoso Motore di Ricerca non offre solo una lista di pagine ben indicizzate per quella query, bensì come prima cosa regala una panoramica di scrittori francesi celebri.

Il Knowledge Graph Carousel di Google

Il Knowledge Graph Carousel di Google

Qual’è la provenienza dei dati?

Dal Google Knowledge Graph, che identifica questi personaggi come Scrittori celebri di Lingua francese.

Se Google ha cominciato a introdurre le logiche della semantica all’inizio degli anni Dieci con il knowledge graph, l’algoritmo Hummingbird e più tardi il machine learning RankBrain, Bing non è da meno e ha già cominciato a rispondere alle ricerche conversazionali degli utenti agganciandosi ai dati già presenti sul web.

Bing Answers, utilizza il motore Cortana

Bing Answers (il motor di Cortana)

A pensarci bene, questo è lo stesso lavoro che stanno facendo anche Facebook e gli altri Social Media, che definiscono ogni utente nel proprio Grafo attraverso una fitta rete di informazioni, preferenze, interessi e amicizie.

Facebook Graph Search

Facebook Graph Search

Un altro aspetto molto interessante sono le ricerche rare o addirittura completamente nuove. Secondo Google, il 15% delle query sono ricerche mai viste prima.

Per offrire una risposta, il Motore di Ricerca è in grado di interpretare l’intenzione dell’utente e abbinare alla query i concetti semanticamente più prossimi in modo da offrire una risposta coerente e utile – anche se la pagina proposta non contiene l’esatta stringa ricercata.

In un certo senso, siamo passati dalla Parole Chiave al concetto chiave

Ed è qui che entra in gioco WordLift.

Che cosa fa WordLift?

I Motori di Ricerca applicano su larga scala la Semantica.

Per i piccoli editori, blogger e content marketer è venuto il momento di equipaggiarsi con le stesse tecnologie e cominciare a produrre Dati

Con WordLift, le tecnologie semantiche sono finalmente alla portata dei piccoli publisher del web.

Per ogni pagina o articolo, WordLift utilizza una forma di Intelligenza Artificiale , il Natural Language Processing, per analizzare i testi e identificare concetti, persone, organizzazioni, eventi e luoghi menzionati nella pagina. In questo modo, chi scrive può indicare ai Motori di Ricerca quali sono i concetti menzionati e in che modo si relazionano gli uni con gli altri.

Questa tecnologia permette il passaggio dai Contenuti ai Dati, con la marcatura Semantica e la pubblicazione di un Grafo della conoscenza specifico del sito.

Entriamo di nuovo nella nostra biblioteca. WordLift è come un bravo bibliotecario che classifica la conoscenza con dedizione certosina e aiuta chiunque entri, che siano bot o persone, a orientarsi tra libri e scaffali.

In altre parole, la marcatura di WordLift permette ai Motori di Ricerca di identificare meglio i Contenuti e di offrirli ai lettori in base alle loro specifiche esigenze.

Allo stesso tempo, navigare all’interno del sito diventa più intuitivo per l’utente, grazie a un’architettura dell’informazione che lo guida tra le pagine in base alle connessioni Semantiche. Grazie all’uso di widget e link, WordLift arricchisce la UX (User Experience) del sito e ha un riflesso positivo sulle metriche legate all’Engagement.

A a proposito di metriche, monitorare le performance dei siti che utilizzano WordLift è per noi una parte fondamentale del lavoro di startup.

Di recente, i risultati di una nostra ricerca sul blog di design Freeyork.org, sono stati presentati come caso studio alla conferenza internazionale SEMANTiCS 2017.

In tre mesi di utilizzo:

  • le sessioni organiche provenienti da Google sono cresciute del 18,47%;
  • il tempo speso sulle pagine arricchite con WordLift era superiore del 17,3% rispetto al tempo speso in media su tutte le altre pagine.

Non stiamo parlando del futuro, ma del presente: Dati Strutturati e Semantica incidono già ampiamente sui risultati di ricerca e gli esperti SEO non possono certo permettersi di ignorarli.

Non vediamo l’ora di parlarne il 14 novembre all’SMXL Milan 2017 con il CEO di WordLift Andrea Volpini, che racconterà in che modo stiamo lavorando per utilizzare l’Intelligenza Artificiale nel marketing dei Contenti.



Articolo a cura di: Maria Silvia Sanna è Digital Marketing Specialist per WordLift

Dopo 10 anni di esperienza nel marketing e nella comunicazione, Maria Silvia Sanna ha deciso di far convergere le sue competenze nel Content Marketing . Per WordLift si occupa della strategia di comunicazione e marketing unendo Social Media, blogging e digital PR.